Racconto: Testamento di un anarchico

Queste sono le mie ultime volontà : dichiaro che, sano di corpo e di mente, lascio tutti i beni, anche quelli indirettamente riconducibili alla mia persona, in beneficenza.
E con questo termino le mie disposizioni materiali e comincio con quello che diventa a tutti gli effetti il mio testamento morale.
Lascio questo mondo consapevole che una grande domanda mi seguirà come un’ombra (assieme alla altre che porto con me).
Perché? Cosa mi ha spinto?
La verità è semplice e complessa al tempo stesso: sono un anarchico.
Ho odiato da sempre ogni forma di potere costituito; la burocrazia, il servilismo del potere verso se stesso, tutte cose per cui ho provato il più profondo disprezzo e nausea.
Sono cresciuto consapevole del bisogno di una scossa alle radici stesse del sistema, di un monito purificatore e cauterizzante dei bubboni al suo interno.
Ma come fare?
Quando ho avuto l’illuminazione, mi è stato chiaro che avrei dovuto sacrificare la mia intera esistenza all’esecuzione del piano.
Tutto è stato pianificato con anni di anticipo, agendo in perfetta solitudine per evitare contrattempi, tradimenti.
Non nascondo come, nel corso del tempo, parecchi complici occasionali abbiano agevolato la mia impresa, ma erano totalmente ignari delle mie vere intenzioni.
Di sicuro la parte più facile è stata scegliere l’uomo: non avete certo bisogno che io vi dica chi fosse.
Una brava persona (lo riconosco), un leader carismatico (non posso negarlo), una figura politica di primo piano, un uomo votato alla pace con tutto il suo essere.
La figura perfetta che cercavo.
Sono così entrato nel suo staff e risalito la vetta fino a diventare il suo braccio destro, il suo fido (e invisibile) segretario.
Mi sono impegnato con tutto me stesso a farlo assurgere a icona a livello mondiale; di fatto mi sono trasformato nella sua anima oscura: ho intrallazzato, brigato, corrotto, minacciato, mi sono adoperato dove lui non voleva o non poteva arrivare.
Con il mio aiuto ha raggiunto la fama mondiale, riconoscimenti, onorificenze e, alla fine, il Nobel per la Pace.
Raggiunto l’apice della sua carriera ormai provavo una grande stima per quella anima candida, ma nel medesimo tempo odiavo sempre di più tutto l’apparato attorno a lui: la corruzione, l’ipocrisia.
Con gli anni le mie convinzioni si rafforzavano, mentre ogni  tessera del mio puzzle veniva messa con pazienza al suo posto.
Mancava solo l’ultimo pezzo.
E allora ho aspettato e aspettato.
Alla fine il tassello è comparso nella mia mano: il brav’uomo è morto.
Ci tengo a precisare che con questa morte io non c’entro in alcun modo; era malato da tempo e comunque provavo troppo rispetto per quell’uomo pio per ucciderlo volutamente.
Come ho detto…ho solo atteso.
Il resto è venuto da sé: il cordoglio, il dolore del mondo, gli attestati di stima.
Il funerale.
Il momento che aspettavo.
Ero stato il suo braccio destro per una vita ed è sembrato naturale alla famiglia spingere perché fossi io a organizzare l’evento.
Quello che volevo.
E’ piaciuta a tutti l’idea di far svolgere le esequie nella sua città natale, mi hanno appoggiato senza riserve.
Collocare la camera ardente nello stadio cittadino è sembrata scelta consequenziale, logica…inevitabile.
Al momento in cui sto scrivendo queste poche righe, la maggioranza dei leader mondiali ha confermato la sua presenza all’evento.
Mi immagino già i controlli allo stadio, le misure di sicurezza.
Tutto inutile.
Quello che nessuno può immaginare è un ordigno esplosivo già piazzato al suo interno, nella parte più profonda dell’infrastruttura, occultato durante i lavori di ristrutturazione fatti ben dieci anni fa.
Sto parlando di un piccolo ordigno nucleare, una suite-bomb dal peso di non più di trenta chili, ma con plutonio a sufficienza per eseguire lo scopo.
Per chi si chiedesse dove abbia mai potuto trovare una bomba atomica in miniatura, deve solo ricordarsi come, attorno al 1997 con il crollo delle repubbliche sovietiche, l’arsenale militare russo fosse un discount aperto al miglior offerente.
Il telecomando è già nella mia mano pronto per essere utilizzato: so di portare con me migliaia di vittime innocenti, ma anche la maggioranza dei leader mondiali.
Sarò ricordato con infamia, con odio e disprezzo.
Ma sarò anche ricordato come un anarchico.
Fino alla fine.

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